S.E.T.I.

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S.E.T.I. indica non un progetto ben preciso, ma qualunque esperimento finalizzato alla ricerca dei segnali da parte di civiltà extraterrestri. L’idea è quella di riuscire a “sentire” gli alieni visto che trovandosi molto lontano può risultare molto più difficile “vederli”. I radiotelescopi infatti scandagliano il cielo 24 ore su 24, registrando contemporaneamente su diverse frequenze, quello che può essere chiamato rumore proveniente dallo spazio. In seguito queste registrazioni vengono analizzate sperando di captare qualcosa che non sia il solito “rumore di fondo”, ma un segnale di evidente origine artificiale.

Come ricerca ufficiale nasce come progetto della NASA nel 1959. Il Programma S.E.T.I. della NASA ha richiesto più di 15 anni di preparazione, per approntare strumenti e modalità, ma è stato cancellato nel 1993. Il senatore del Nevada Richard Bryan, con il pretesto di voler ridurre le spese federali, convinse il Congresso a cancellare i finanziamenti agli esperimenti S.E.T.I. della NASA Phoenix e SERENDIP. Cosa assurda se si considera che il costo di questi progetti ammontava a circa 4 centesimi di dollaro l’anno per ogni contribuente americano. Purtroppo la cancellazione da parte della NASA ha portato non pochi problemi. Infatti anche se oggi viene gestito e finanziato privatamente, vi è un aumento dei costi di gestione, visto che non potendo più disporre dei radiotelescopi della NASA, si deve affittare tempo di osservazione dai radiotelescopi di Parkes (64 metri di diametro), Green Bank (42 m) e Arecibo (305 m). Ultimamente il S.E.T.I. ha ricevuto molte attenzioni da parte della comunità scientifica grazie alla scoperta di numerosi pianeti extrasolari, una scoperta che ha fatto improvvisamente passare l’esistenza di altri sistemi solari dal campo delle ipotesi a quello dei fatti. Al grande pubblico è invece più noto il progetto della Berkeley University chiamato SETI@home.

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