Torno a leggere il nuovo albo di Martin Mystère dopo il non esaltante La fine del mondo, speranzoso di una storia più intrigante e mysteriosa.
Martin Mystère riceve un regalo davvero inaspettato che lo porta a intraprendere con la memoria un nostalgico viaggio all’indietro nel tempo. È l’inizio di un percorso che guida il Detective dell’Impossibile sulle tracce di un segreto noto soltanto a pochi eletti. Una lunga ricerca nel corso della quale il Buon Vecchio Zio Marty incrocia la strada con un poliedrico genio del XVII secolo: Athanasius Kircher.
Nell’albo troviamo tutti gli elementi che caratterizzano la classica narrazione del BVZM, un pacchetto misterioso, un viaggio improvviso e gli Uomini in Nero a tramare nell’ombra.
Ristabiliti i canoni sperimentatissimi, questa volta Castelli aggiunge una nota nostalgica che umanizza ancor di più Martin. Infatti la vicenda parte niente meno che da Mark Mystère (padre di Martin), al tempo della sua collaborazione con gli Uomini in Nero.
Senza aggiungere troppo a quello che il titolo e la copertina possono già rivelare, anche al più distratto dei lettori, seppur con qualche buco nella trama di troppo, l’albo si lascia leggere con facilità.
Un lettore affezionato come me spera che un paio di piccole questioni lasciate irrisolte possano servire per in futuro per storie più interessanti.
In sintesi un numero con molte pecche ma non tragico come il precedente. Mi da un po’ di speranza per il futuro..