Martin Mystère n. 323 – I trentasei giusti

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Nel mondo ci sono 36 giusti, detti tzadik, che secondo la tradizione ebraica è grazie alla loro intercessione che Dio conserva intatta la Terra, malgrado i peccati dell’umanità. Di fatto, reggono le sorti del mondo sulle loro spalle come dei tanti Atlante. Se anche uno di questi giusti venisse a mancare, il mondo finirebbe.

Ed è proprio con la morte di uno di questi 36 giusti che inizia l’albo, ucciso da una misteriosa setta che ha come scopo sostituire un tzadik, con un proprio affiliato.

Quando c’è in ballo il destino del mondo entra quasi automaticamente in scena Kut Humi e Agarthi, è da qui che parte la missione per sostituire il tzadik morto. Come nelle migliori tradizioni il percorso dell’emissario di Agarthi si incrocia con Martin Mystère a cui va a bussare alla porta dopo essere rimasto ferito in un inseguimento con la setta.

Il BVZM non riesce ad esimersi dal dare una mano e si butta a capofitto nell’avventura dando il suo apporto essenziale. Come sempre non mi dilungo nel spiegare la trama per lasciare a tutti il gusto della lettura dell’albo, di certo il mondo non è finito ma il finale è abbastanza sorprendente.

Lo schema dell’albo rimane classico, qualcuno ferito suona al campanello di Martin Mystère proprio quando Diana non c’è (questa volta nemmeno Java) e Martin deve dare il suo (personale e bimestrale) contributo alla salvezza del mondo.

Il mystero alla base dell’albo forse non è dei più interessanti e non viene nemmeno approfondito più di tanto. La maggior parte della trama è incentrata sulla setta che insegue Martin ed emissario per non far compiere il rito di investitura del nuovo tzadik.

Giudizio complessivo: Interessante

Soggetto e sceneggiatura: Carlo Recagno

Disegni: Rodolfo Torti

Copertina: Giancarlo Alessandrini

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