Da Vinci’s Demons

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Prima avvertenza per l’uso di Da Vinci’s Demons, che dal 12 aprile negli Stati Uniti e dal 22 aprile su Fox in Italia, vi racconterà gli anni giovanili di Leonardo: dimenticate ogni cosa abbiate studiato a scuola e ogni fiction tv sia stata fatta finora su Da Vinci. Nelle mani di David S. Goyer, geniale sceneggiatore del prossimo Superman Man of Steel e dell’intera trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, il gran vecchio dalla barba bianca non esiste più. Leonardo si fa supereroe pop. Un po’ come accaduto sul grande schermo per Sherlock Holmes versione Guy Ritchie, qui il genio del Rinascimento, interpretato dal bel Tom Riley, diventa un ragazzo con l’arroganza della gioventù, compreso “chiodo” di pelle e camicia perennemente aperta, decisamente moderno, come il taglio di capelli.

Ci sono gli intrighi di palazzo dei Medici, un Papa libertino, suo nipote Riario anima nera della storia, le storie d’amore, ma anche una caverna misteriosa nel suo passato, i rapporti difficili con il padre e il mistero sulla madre (come non pensare a Bruce Wayne?)…

Le 8 puntate della prima serie sono ambientate in una Firenze ricreata a Swansea, in Galles, con un set da 20.000 metri quadrati, e in molta parte anche con il computer. Ma per un Leonardo che non ha niente di classico, anche il modo in cui il set è fotografato è inusuale, soprattutto per la tv: “Stiamo parlando sempre di un uomo che viveva nel futuro- conclude David S. Goyer- che immaginava cose che soltanto adesso in alcuni casi si stanno realizzando. E ho pensato che si meritava di non essere ripreso nel modo classico. Doveva essere moderno anche il look del film. Abbiamo usato una fotografia che non viene usata solitamente per i film in costume, e per gli abiti abbiamo usato magari modelli e stampe d’epoca, ma rivisitati con stoffe di oggi. Abbiamo creato una fusione di antico e nuovo”. “Ma al pubblico italiano, forse il più critico al mondo su Leonardo, chiedo di seguirci senza preconcetti- conclude Tom Riley- abbiamo cercato di fare televisione spettacolare, ma nello stesso tempo speriamo di rendere lo spettatore eccitato all’idea di imparare qualcosa in più su Leonardo”.

via Repubblica.it.

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