Ted

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Ted è un orsacchiotto di peluche regalato per Natale a John, un bambino introverso e senza amici che esprime il desiderio che il giocattolo prenda vita e sia per sempre il suo migliore amico.

Il desiderio di avvera e Ted diventa un attrazione televisiva diventando famoso in tutto il mondo. Ma quando John ha ormai 35 anni i due sono sempre li sul divano a perdere tempo e a far scorrere inutilmente la propria vita imprigionati nella loro adolescenza.

Una favola per adulti (neanche troppo originale) e politicamente scorretta messa sullo schermo da  Seth MacFarlane, papà dei Griffin, American Ded e The Cleveland Show.

Per chi conosce anche una sola delle serie TV di Seth MacFarlane il film sembrerà un cosa molto familiare. Dai tempi comici alla volgarità delle battute, ai continui riferimenti al malcostume dello star system hollywoodiano sembrerà quasi un lungometraggio dei Griffin. Ted ha la voce dello stesso MacFarland che poi è la stessa voce di Peter Griffin per cui le assonanze si moltiplicano.

La trama non è originalissima, può essere la solita storia del trentenne dei giorni d’oggi un po’ bamboccione legato ai miti della propria adolescenza che non si decide a crescere e fare il passo in avanti nella propria vita, specialmente quella sentimentale. Si accontenta di essere un semplice impiegato di un noleggio auto e passare le sue giornate sul divano insieme a Ted fumando canne.

Riuscirà così a rovinare il proprio rapporto con la fidanzata interpretata da Mila Kunis (voce originale di Meg Griffin) che invece è una dirigente di azienda che come pretesa ha solo la necessità di avere vicino un uomo un po’ più adulto.

Il punto di forza del film è indubbiamente Ted. Summa teologica di vari personaggi estremi dell’universo di MacFarlane (Brian il cane dei Griffin, Roger l’alieno di American Ded e Stewie Griffi) cinico, caustico, ipocrita, alcolizzato e puttaniere. Tutto questo però in maniera quasi cristallina, senza nessun tentativo di nasconderlo per cui non possiamo far altro che accettare il personaggio così com’è anche se a differenza dei fratelli animati riesce anche ad avere una certa progressione emotiva e caratteriale forse anche più evidente del suo amico in carne e ossa.

Credo che il film possa essere apprezzato soprattutto dalla fascia di coloro che hanno dai 20 ai 30 anni (per capirci da coloro che possono avere la marcia imperiale di Star Wars come suoneria del proprio cellulare) perché ben calati nel mondo che si racconta nel film potendone apprezzare in pieno tutto quel sottobosco citazionistico (e spesso autoreferenziale) di cui è pervasa tutta la storia. Per chi non è addentro potrebbe risultare un film banalotto e fin troppo volgare.

Personalmente non sono un grande estimatore delle serie animate di Seth MacFarland (sono Simpsoniano) ma avendo nell’iPhone il tema principale di Star Wars come suoneria ho potuto apprezzare il tentativo di raccontare il mondo dei miei coetanei d’oltre oceano.

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