Il fiuto di Sherlock Holmes

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Il fiuto di Sherlock HolmesLo scorso settembre il grande maestro Hayao Miyazaki ha annunciato il ritiro dalle attività cinematografiche. Riprendo la buona prassi del “Cartone del Lunedì” con una delle sue opere forse meno conosciute in Italia ma di cui ho un vivido ricordo:  Il fiuto di Sherlock Holmes.

Questa serie TV nasce da una coproduzione RAI– Tokyo Movie Shinsh, il tutto supervisionato dal maestro Miyazaki, che dirigerà i primi 6 episodi, e  Toni e Nino Pagot, che a tutti gli effetti possono essere considerati i padri dell’animazione italiana (Calimero, Grisù).

Dopo una battuta d’arresto dovuta ai diritti di sfruttamento del personaggio di Sherlock Holmes, nel 1984 la serie debutta in contemporanea in Giappone e in Italia.

La particolarità principale sta nel fatto che i personaggi sono rappresentati come cani umanizzati che prendono le caratteristiche dalle razze con cui vengono rappresentati, per esempio Holmes è un segugio (anche se visivamente  a me sembra più una volpe).

A rivederla oggi, Il fiuto di Sherlock Holmes, si rivela come un oggetto squisitamente fuori dal tempo: un cartoon leggero, ingenuo, dai toni garbati e rivolto ad un pubblico infantile, ma capace di intrattenere tutti. Impossibile non notare poi la fluidità e la cura delle animazioni, soprattutto negli episodi diretti da Miyazaki, che da vero artista certosino qual è, già all’epoca preferiva tempi lunghi di realizzazione e un impatto visivo unico. Una serie completa di 26 episodi, apripista del trend che si è poi sviluppato negli anni Novanta di cartoon brevi dalla grande qualità tecnica.

Il fiuto di Sherlock Holmes è dunque una serie tv dove il gusto di Miyazaki per il fantastico si sposa ad atmosfere e narrazione “all’italiana”, senza dimenticare quel pizzico di tecnologia retrò (auto, aerei, navi dal sapore leggermente steampunk) che è uno dei marchi di fabbrica dell’autore giapponese.

La Rai non trattò benissimo la serie TV. Per la prima messa in onda spezzettò ogni episodio in mini spezzoni di 5 minuti mandandone in onda 1 al giorno. Per cui per un episodio completo lo spettatore doveva attendere ben 4 giorni.

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