Ieri sera è andata Crisis, la serie che la Fox ha pubblicizzato per tutta l’estate come il nuovo evento televisivo dell’anno. Per cui alle 21 con tutta la famiglia comodamente “indivanata” abbiamo assistito alla trasmissione delle prime 2 puntate.
Il promo andato in onda era abbastanza eloquente: un gruppo di terroristi rapisce un’intera classe di studenti della Ballard High School frequentata dai figli degli uomini più potenti d’America. Uno su tutti, il Presidente degli Stati Uniti. Ha così inizio una crisi di portata nazionale in cui i genitori saranno costantemente in bilico tra quello che DEVONO fare, tenendo il bene del Paese in primo piano, e quello che VOGLIONO fare, dando priorità alla propria famiglia.
Diciamolo subito, l’idea di fondo non è malaccio, c’è materiale per sviluppare una trama intrigante, un thriller non eccessivamente cruento. Ma come è già accaduto in passato con altre serie TV (Zero Hour o Last Resort) la voglia di strafare ha impedito di confezionare un buon prodotto.
Se la prima metà della prima puntata ha fatto ben sperare, il resto mi ha lasciato un po’ perplesso. Nel calderone della trama e sottotrame sono state inserite troppe cose tutte insieme e nonostante 2 puntate non hanno avuto uno sviluppo con il giusto ritmo. In questo momento le motivazioni del rapimento non sono chiare e qualche pasticcio di scrittura ha fatto in modo che dei momenti che dovevano essere drammatici sono risultati in realtà comici o degni di un teen drama, mentre quelli che dovevano essere dei colpi di scena, al contrario sono risultati quasi ovvi.
Proprio prima di scrivere queste righe mi sono informato e proprio come sospettavo, la serie è stata sospesa con la prima stagione, fortunatamente concludendo la storia con l’ultima puntata.
Se ne va un’altra serie che si riproponeva di essere il nuovo Lost, ma che non ne ha avuto la le capacità, d’altronde non potevamo pensare che quei ragazzini potevano rimanere rapiti per anni.