La settimana scorsa con Arrivano i Superboys abbiamo fatto un salto nel passato ricordando il primo cartone animato sul calcio.
Questa settimana mi sembra giusto ricordare invece il primo anime sulla pallavolo per cui ecco a voi Mimì e la nazionale di pallavolo.
Mimì Ayuhara è una nuova studentessa della scuola Fujimi. Si fa notare subito perchè fa amicizia con compagne poco raccomandabili, che preferiscono il divertimento allo studio: il gruppo delle svogliate. Mimì però ha talento per la pallavolo, al punto che l’allenatore Hongo la nota e le propone di entrare nella squadra della scuola.
La pallavolo aveva aiutato Mimì a superare un grave problema polmonare che l’aveva costretta a trasferirsi da Tokyo in quella cittadina di mare dall’aria salubre, per cercare di ristabilirsi completamente.
Il carattere non semplice di Mimì la metterà subito in contrasto con le altre compagne di squadra, soprattutto con Midori che aspira a diventare la capitana della squadra per poi fare carriera nella pallavolo. Grazie all’allenatore le due diventano grandi amiche contribuendo ai successi della squadra.
Tra allenamenti al limite del possibile (chi non si ricorda delle catene ai polsi per migliorare il bagher o le numerose pallonate in faccia?) e una storia personale dai tratti drammatici (Sutomo il fidanzato di Mimì muore in un incidente d’auto mentre si reca a vedere un suo incontro di pallavolo) con quello spirito pieno di determinazione e forza tipico della cultura giapponese, Mimì si fa strada nel mondo della pallavolo fino a entrare a far parte della nazionale juniores che al campionato mondiale in USA si piazza al secondo posto dopo l’Unione Sovietica.
Ritornata in patria, Mimì riprende a giocare con la squadra del Fujimi, ora al Liceo, riuscendo a vincere anche il campionato nazionale per due volte consecutive. Scelta quindi per far parte, seppur ancor giovanissima, della nazionale maggiore, Mimì si reca in Bulgaria per disputare questa volta il campionato mondiale femminile (nel 1970), nel quale il Giappone, dopo una finale che lo vede nuovamente opposto all’Unione Sovietica, risulterà questa volta vincitore e Mimì, finalmente, viene proclamata la miglior giocatrice.
La serie si conclude con Mimì che già guarda alle Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972. Il suo obiettivo è quello di diventare la miglior giocatrice del mondo!
Non mancano spettacolarizzazioni del gioco della pallavolo, salti mortali in attacco della durata di diversi minuti, colpi improbabili (la goccia di ciclone, la palla che scompare ecc..) che avvicinano, come al solito nei cartoni giapponesi, lo sport alle arti marziali.
Mimì e la nazionale di pallavolo è stato il primo manga dedicato esclusivamente ad un pubblico femminile per questo la trama è farcita anche di rapporti di amicizia, storie d’amore comolicate, drammi personali che fanno da sfondo a tutta la vicenda sportiva.
Quello che è noto che con la visione di Mimì e poi di Mila & Shiro è cresciuto nel tempo tutto quel movimento pallavolistico nazionale che tante soddisfazioni ci ha dato sia nel movimento femminile che maschile. Sì perché anche anche noi ragazzini degli anni 80 zompettavamo nei campi delle scuole medie cercando di fare almeno una goccia di ciclone.