Premetto che i cinecomic Marvel me li vedo tutti anche se poi, nel tempo, mi sono ritrovato a scrivere qualcosa solo per quelli che mi hanno colpito maggiormente.
E con mia personale sorpresa mi ritrovo a scrivere di Captain America: The Winter Soldier. Come già scritto in occasione del Il Primo Vendicatore, il Cap dei fumetti non sta in cima alla mia classifica dei super eroi, al contrario la controparte cinematografica scala qualche posizione ad ogni nuovo film.
Partito bene con Il Primo Vendicatore, ma poi messo un po’ in ombra in The Avengers da Tony Stark durante le scaramucce verbali che hanno in tutto il film, salvo riprendersi nella battaglia finale dando ordini a destra e a manca come vero capitano della squadra (mancava solo il grido “Vendicatori Uniti!”), lo ritroviamo in tutta la sua fiera supereroicità in questo secondo capitolo personale.
Superate abbastanza agevolmente i possibili psicodrammi derivanti dall’esser stato scongelato dopo 50 anni dalla sua presunta morte (scopriamo che passa il tempo ad aggiornarsi su internet e che tiene un taccuino su cui segna film o canzoni che meritano di essere recuperate), lo ritroviamo a capo di una squadra speciale dello S.H.I.E.L.D. in giro per il mondo a combattere i cattivi.
Ma dopo gli avvenimenti di New York raccontati in The Avengers, scopriamo che il consiglio di sicurezza mondiale ha messo a punto una strategia un po’ megalomane (senza anticiparvi nulla pesca a piene mani da Person of Interest, serial TV di cui prima o poi troverò il tempo di scrivere qualcosa) per tenere al sicuro il nostro amato pianeta da minacce sia interne che aliene.
Il Cap inizia a mostrarsi non il solito soldatino tutta patria e signor-sì ma un personaggio più complesso che, seppur facendo leva sul suo profondo idealismo, mostrando di non approvare simili limitazioni delle libertà personali nemmeno in nome della sicurezza mondiale.
Da qui nulla può essere raccontato della trama perché The Winter Soldier non è un semplice film supereroistico, ma un vero action-thriller, che a mio modesto avviso si reggerebbe da solo anche senza la presenza dell’eroe in calzamaglia a stelle e strisce.
Certo il Cap non disdegna di intraprendere combattimenti a mani nude contro decine di nemici (con mosse degne del miglior Street Figter) in luoghi angusti come un ascensore per poi uscirne indenne, oppure abbattere quasi a mani nude un aereo, oppure di usare di sponda il suo scudo come solo un italico maestro di carambola potrebbe fare, ma senza di questo veramente perderemmo il senso della presenza di un supereroe come Capitan America.
La trama è veramente intrigante, le ripercussioni sull’intero universo cinematografico Marvel sono enormi (penso specialmente alla serie TV Agents of S.H.I.E.L.D.), ma non solo per la preparazione al cross-over di The Avengers: Age of Ultron, quanto per lo sviluppo dei personaggi secondari.
Chris Evans può essere un po’ meni musone e quindi mi piace di più, in questo momento non riesco ad immaginare un Capitan America con una mascella differente dalla sua. Il Soldato d’Inverno (basta con sto Winter Soldier.. ma qui si dovrebbe aprire una polemica su adattamenti e traduzioni che meglio lasciar perdere) sembra essere il miglior nemico di supereroe (villain scrivono quelli che fanno il mestiere) apparso fin ora almeno sponda Marvel.
La vedova nera meno ninja e più personaggio parlante fa la sua parte in maniera egregia. Robert Redford ci ricorda che esistono ancora attori a Hollywood vecchia scuola che riescono a non rendersi ridicoli nemmeno in un film supereroistico. Falcon una buona novità nel panorama dei supereroi.
In definitiva consiglio caldamente la visione del film sia agli irriducibili nerd e geek del mondo (che tanto pur di criticare la mancanza di questo o quel particolare, battuta o colore della divisa a vederlo ci vanno ugualmente), sia agli appassionati di film d’azione perché se pur possono perdersi questo o quel riferimento al mondo dei fumetti riusciranno a godersi un film non troppo fracassone e ben costruito. Se poi ci mettete che il film ha ricevuto anche la benedizione del mitico Leo Ortolani..